Camera dei Deputati, 16 marzo: sul ripristino della libertà in Myanmar e per la liberazione di Aung San Suu Kyi
aMartedì 16 marzo, nella Seduta 469 della Camera dei Deputati ha avuto luogo lo svolgimento di una interrogazione sul seguente argomento: “Iniziative, in sede europea e internazionale, per il pieno ripristino delle libertà democratiche in Myanmar e per la liberazione di Aung San Suu Kyi e di tutti gli oppositori politici arrestati” (Andrea De Maria – Partito Democratico).
È seguita la risposta del Governo nella persona di Benedetto della Vedova, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale.
Qui il testo dell’interrogazione e, sotto, la risposta del Governo:
Atto Camera
Interrogazione a risposta orale 3-02057
presentato da
DE MARIA Andrea
Testo presentato
modificato
Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
— Per sapere – premesso che:
in queste ore giungono notizie drammatiche dal Myanmar. La macchina del colpo di Stato che si è messa in moto il 1o febbraio 2021, poche ore prima dell’insediamento del nuovo Parlamento, nato dalle elezioni politiche dell’8 novembre 2020, sta opprimendo il popolo birmano e travolgendo lo Stato di diritto. Si registrano molti arresti, incarcerazioni di massa, ordine alle forze armate di sparare sui manifestanti, oscuramento di internet, interruzioni della telefonia;
la pandemia rischia di precipitare fuori da ogni controllo;
in quel Paese sta crescendo la disobbedienza civile: nei servizi, negli apparati ministeriali, nella vita quotidiana. Giunge inoltre notizia di atti di obiezione di coscienza all’interno della polizia e dell’esercito;
confinati in questi giorni, adesso numerosi parlamentari vengono arrestati –:
se il Governo intenda mettere in atto ulteriori iniziative di competenza, di concerto con l’Unione europea e gli alleati internazionali dell’Italia, per richiedere il pieno ripristino delle libertà democratiche in Myammar e la liberazione di Aung San Suu Kyi e di tutti gli arrestati. (3-02057)
La risposta di Benedetto della Vedova, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale (vedi il video con l’intervento al minuto 35.30, seguita dalla risposta del deputato De Maria).
«Grazie, signor Presidente. Onorevoli interroganti, l’Italia ha condannato con forza il colpo di Stato in Myanmar del 1° febbraio fin dal primo giorno. La Farnesina è subito intervenuta con un comunicato di ferma condanna dell’ondata di arresti, chiedendo l’immediato rilascio di Aung San Suu Kyi e dei politici detenuti, nonché la garanzia del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Il nostro Paese ha poi lavorato di concerto con i partner dell’Unione europea e del G7, contribuendo all’adozione di una dichiarazione UE a 27 (il 2 febbraio) e due comunicati di condanna del G7 (il 3 e il 23 febbraio). L’azione italiana a difesa dei diritti umani nel Paese si è particolarmente profilata anche nel Consiglio diritti umani delle Nazioni Unite, di cui siamo al momento membri, con la richiesta di convocazione da parte dell’Unione europea, del Regno Unito e di altri Paesi di una sessione speciale, al cui esito, il 12 febbraio, è stata adottata per consenso una risoluzione in cui si deplorano gli sviluppi nel Paese, la deposizione dell’Esecutivo eletto e la sospensione dei mandati parlamentari e si richiede con forza il rilascio immediato e senza condizioni di quanti sono arbitrariamente detenuti e la cessazione dello stato di emergenza.
Intervenendo il 24 febbraio in occasione del Segmento di alto livello della quarantaseiesima sessione del Comitato diritti umani, il Ministro Di Maio ha inoltre ribadito la ferma condanna del recente colpo di Stato in Myanmar. Il Ministro ha esortato il regime militare ad astenersi da ulteriori violenze, a ripristinare il rispetto dei principi democratici e dello Stato di diritto e a garantire i diritti umani e le libertà fondamentali. L’Italia ha anche partecipato al dialogo interattivo con il Relatore speciale ONU per il Myanmar il 12 marzo per condannare il colpo di Stato. Sempre nella sessione del Comitato diritti umani attualmente in corso, si sta al momento negoziando un’ulteriore risoluzione presentata dall’Unione europea sulla situazione dei diritti umani nel Paese. Il Ministro Di Maio ha inoltre partecipato al Consiglio affari esteri dell’Unione europea del 22 febbraio, che ha adottato delle conclusioni volte al varo di misure restrittive individuali nei confronti dei responsabili del colpo di Stato e delle entità economiche ad essi collegate. L’attenzione dei principali fori internazionali, cui l’Italia partecipa, è dunque massima. Sul piano bilaterale, il 1° marzo la Farnesina ha convocato formalmente l’Ambasciatrice birmana in Italia per stigmatizzare i crescenti episodi di violenza a danno delle legittime aspirazioni del popolo birmano, per contestare l’annullamento delle elezioni e per chiedere la liberazione di Aung San Suu Kyi e di tutti quelli ingiustamente detenuti. L’Italia ha inoltre sospeso, in linea con gli altri partner dell’Unione Europea, tutti gli adempimenti di competenza della cooperazione allo sviluppo italiana relativi ad iniziative che vedono un coinvolgimento diretto delle autorità birmane centrali e locali, sia finanziate a dono, sia attraverso crediti d’aiuto.
In conclusione, continueremo a seguire con la massima attenzione gli sviluppi della crisi. Le violenze contro la popolazione civile, che lotta per il futuro democratico del proprio Paese, si sono intensificate negli ultimi giorni e suscitano profonda preoccupazione. Alla luce dell’acuirsi della brutale repressione avvenuta nel corso del fine settimana, abbiamo reiterato la richiesta di un’immediata fine delle brutali violenze e di scarcerare tutti coloro che sono stati ingiustamente arrestati. L’Italia resta pronta a valutare ulteriori misure in sede europea, fermo restando l’obiettivo principale di risparmiare ulteriori sofferenze alla popolazione civile e di colpire, invece, chi, a quella popolazione, sta rubando la libertà e il futuro».