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Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi

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Sabato 21 Febbraio 2015 grande affluenza di pubblico al Teatro al Parco di Parma per la rappresentazione di “VITA AGLI ARRESTI DI AUNG SAN SUU KYI” di Marco Martinelli, con Ermanna Montanari, messa in scena da il Teatro delle Albe  di Ravenna.

Al termine dello spettacolo la Sen. Albertina Soliani ha consegnato a Marco Martinelli e a Ermanna Montanari una copia della sceneggiatura dello spettacolo autografata da Aung San Suu Kyi.

Il presidente dell’associazione, Giuseppe Malpeli, ha poi consegnato agli attori una bandiera della National League for Democracy, il partito di Aung San Suu Kyi.
Dopo lo spettacolo la Compagnia ha incontrato il pubblico, assieme a Roberta Gandolfi, docente di storia del teatro contemporaneo, che ha moderato il dibattito.

 

C’è qualcosa di scandaloso nella vita di Aung San Suu Kyi: la mitezza d’acciaio, la compassione, la “bontà”, un termine che avrebbe fatto storcere il naso a Bertolt Brecht. La nostra Vita è anche un dialogo con Brecht, con quella Anima buona del Sezuan che qualche anno fa volevamo mettere in scena. Non lo facemmo allora, e questa Vita ci ha spiegato anni dopo il perché. La “bontà” intesa come la intende Aung San Suu Kyi, e come prima di lei una teoria di combattenti, da Rosa Luxemburg a Simone Weil, da Gandhi a Martin Luther King, da Jean Goss a Aldo Capitini, (più i tanti, innumerevoli “felici molti” di cui ignoriamo il nome), è scandalo in quanto eresia, ovvero, etimologicamente, scelta: si sceglie di non cedere alla violenza, alla legge che domina il mondo, si sceglie di restare “esseri umani”: nonostante tutto. Di navigare tentando di non venir divorati da Scilla e Cariddi, i mostri del buonismo ipocrita e della violenza cinica. Di restare “non abituati” alle abitudini secolari della sopraffazione e dei sacrifici umani. Interrogarci sulla vita di Aung San Suu Kyi ha significato interrogare il nostro presente: cosa intendiamo per “bene comune”? Per “democrazia”? Cosa significano parole come “verità e giustizia”?

Ha senso usare queste parole, e come? Non sono ormai usurate, sacrificate sull’altare della chiacchiera dei media?
O hanno senso proprio partendo dalla volontà di un sereno, paradossale, gioioso “sacrificio di sé”?
Di un silenzioso, non esibito eroismo del quotidiano? Di un cercare nel quotidiano “ciò che inferno non è”,
e dargli respiro, spazio, durata?

Marco Martinelli

 

Scarica la locandina

Informazioni Tel. 0521 989430 / 992044,

www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole.

Teatro al Parco –Parco Ducale 1, 43100 Parma (IT) (maps)

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