Il colpo di stato in Myanmar

Firma la petizione per salvare il Myanmar

Cari Amici,
nel silenzio della comunità internazionale sul Myanmar, sento la responsabilità, insieme con altri amici, di fare tutto il possibile per il popolo birmano che merita di stare al mondo, come tutti noi e gli altri popoli, in piena dignità e sicurezza. Sta lottando per questo, e noi siamo con lui.
Ieri è stata lanciata da noi una petizione internazionale, rivolta all’Onu e alla comunità internazionale, per salvare il Myanmar. Abbiamo costituito per questo un network internazionale che si chiama “Alliance for a democratic Myanmar”. Con la petizione chiediamo che l’Assemblea Generale dell’ONU, che si riunisce nei prossimi giorni, riconosca come titolare del seggio del Myanmar U Kyaw Moe Tun, attuale Ambasciatore nominato da Aung San Suu Kyi, che si è opposto al golpe. Nelle settimane scorse sicari della giunta militare hanno tentato di ucciderlo a New York.
La situazione all’ONU sembra orientarsi positivamente, ma c’è bisogno di molta pressione.
Potete sottoscrivere la petizione a questo link.
Ve la allego nelle versioni in italianoinglese, birmano, francese. Cercate di diffonderla.
E’ un modo concreto per sostenere il popolo del Myanmar in questo momento, contrastando le attese dei militari.
La petizione chiede anche l’immediata apertura di canali per aiuti umanitari, di fronte alla pandemia incontrollata.
I primi firmatari della petizione sono personalità di tutto il mondo, per l’Italia ci sono Romano ProdiLaura BoldriniPier Ferdinando Casini, Sandra ZampaFlavia Bustreo e io.
Tra i firmatari c’è anche Kim Aris, il figlio minore di Aung San Suu Kyi che vive a Londra. Sono in contatto con lui, egli è consapevole che la vita della sua famiglia è intrecciata con la vita della Birmania.
In questi giorni Aung San Suu Kyi è tornata in udienza ma non stava bene. Era raffreddata, stordita, con capogiri e molto debole. Pare che avesse sofferto anche per il viaggio in auto. Ieri stava un po’ meglio.
Penso incessantemente che la situazione del Myanmar sia intollerabile e debba cambiare al più presto. Lavoriamo con tutte le nostre forze.
A novembre, dal 15 al 20, il Comune di Parma, nell’ambito del programma Parma Capitale Italiana della Cultura, promuoverà eventi e dibattiti sul Myanmar, in collaborazione con la nostra Associazione e con l’Istituto Cervi. Vi daremo presto il programma preciso.
Mi fermo qui chiedendovi di leggere, diffondere, e fare vostra la petizione allegata.
Se le persone si mobilitano, anche gli Stati e le Organizzazioni Internazionali si muoveranno.
Vi auguro ogni bene.
Albertina

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *