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Introduzione al conflitto nel Rakhine: Arakan Army, strategie militari e l’attuale condizione di “pace”

Di Andrea Castronovo

 

L’Arakan Army (AA) nasce nel 2009 nella città di Lai Zar, nello Stato Kachin, definita come il quartier generale provvisorio del gruppo armato. Data la situazione economica del Rakhine, molti giovani buddisti si spostarono nel Kachin a lavorare nelle miniere di giada, in particolare nella miniera di Hpakant. Fu in questa situazione che i giovani del Rakhine, riuniti in condizioni precarie nel nord del Paese, iniziarono a sottoporsi ad addestramenti militari. L’AA riscosse fin da subito un forte successo, incrementando sempre di più la sua presenza sul territorio.

L’AA, guidato dal Maggior Generale Twant Mrat Naing, fa leva sia sul profondo sentimento di frustrazione del popolo, dettato dalla crisi economica del territorio, infatti il Rakhine è una delle regioni meno sviluppate del Myanmar e con un tasso di povertà del 78%, il doppio rispetto al resto del Paese, sia sulla promessa della rinascita del Regno indipendente di Mrauk U, slogan al centro della propaganda del gruppo armato. Negli ultimi anni, soprattutto sui social network, l’AA ha richiamato molta attenzione sul progetto del “Sogno Arakanese 2020” (Arakan Dream 2020), uno degli obiettivi principali del gruppo armato, ossia la trasformazione della città di Mrauk U, importante sito archeologico, nel proprio quartier generale entro il 2020, traguardo che non è stato raggiunto. L’AA si impose fin da subito come uno dei più dinamici e potenti gruppi armati del Paese.

 

Il conflitto in Rakhine
I primi scontri che videro come protagonista l’AA in Rakhine avvennero nel 2015 e, in maniera più rilevante, nell’agosto del 2017, in contemporanea con la crisi dei Rohingya. Ma fu nell’agosto dell’anno successivo che iniziò a delinearsi quello che ad oggi è considerato il conflitto armato più violento in Myanmar. Le operazioni militari del gruppo etnico, iniziate a Paletwa, città nello Stato Chin al confine con il nord del Rakhine, e nella città di Buthidaung, si diffusero rapidamente in tutto il territorio, prendendo di sorpresa l’Esercito del Myanmar.

Attraverso la comparazione dei dati tra il 2018 e il 2019 si comprende pienamente l’entità dell’estensione del conflitto e della rapidità del suo peggioramento: nel 2018 vennero registrati 27 scontri nello Stato Rakhine e 27 scontri nello Stato Chin, invece, nel 2019, rispettivamente 534 e 92 scontri, con 86 morti e 176 feriti solamente tra la popolazione civile (MIPS, Annual Peace & Security Review 2020). Inoltre, secondo le stime del Congresso Etnico del Rakhine (Rakhine Ethnic Congress – REC) del gennaio 2020, il conflitto tra il Tatmadaw e l’AA ha causato oltre 160.000 sfollati nel nord del Rakhine, costretti a vivere nei campi profughi interni della regione.

 

Strategie militari
L’Arakan Army è molto diverso dai tradizionali gruppi etnici armati birmani in quanto basa una sostanziale parte della sua strategia militare su specifiche tattiche di guerra asimmetrica, raramente utilizzate degli altri gruppi etnici in Myanmar, ad esempio: omicidi mirati, uccisioni spettacolarizzate, massiccio utilizzo di ordigni esplosivi rudimentali e rapimenti (il caso più recente è stato il sequestro di tre membri dell’NLD a Taunggup, nel sud del Rakhine, il 14 ottobre del 2020, durante la campagna elettorale). Da segnalare che, anche se in modalità profondamente più ridotta, i rapimenti sono stati spesso utilizzati dai diversi gruppi etnici armati. La particolarità dell’AA risulta nella tipologia di individui identificati come target: civili affiliati con le autorità locali ed esponenti dei partiti politici.

Un evento fondamentale per lo sviluppo del conflitto fu la liberalizzazione, da parte del Tatmadaw, dell’utilizzo degli attacchi aerei tramite la sola autorizzazione del comando regionale, senza dover ricevere l’approvazione dall’apparato militare centrale di Naypyidaw, velocizzando notevolmente le dinamiche conflittuali. L’intervento dell’Aeronautica militare sul campo di battaglia, che venne utilizzato praticamente in tutti gli scontri di grandi o medie dimensioni, segnò un evento fortemente a favore all’Esercito del Myanmar. Un secondo evento da segnalare avvenne il 23 marzo 2020, quando il Comitato Centrale dell’Antiterrorismo del Myanmar (Anti-Terrorism Central Committee of Myanmar) dichiarò l’AA un gruppo terroristico, ai sensi della Legge Antiterrorismo del 2014, e contemporaneamente il Presidente Win Myint dichiarò il gruppo illegale secondo la Legge sulle Associazioni Illegali del 1908. Queste risoluzioni, che agirono su diversi livelli, implicarono l’immediata esclusione dell’AA dal processo di pace nazionale, l’Accordo di Cessate il Fuoco Nazionale (Nationwide Ceasefire Agreement – NCA), concessero una maggior libertà d’azione alle forze di sicurezza nazionali, dato che non si stavano più confrontando con un gruppo armato ma con un gruppo terroristico, e implicarono dure conseguenze per tutti coloro, anche civili, che avrebbero supportato l’AA.

 

Prospettive di pace
Per la prima volta nei due anni di intenso conflitto in Rakhine vi è una situazione di “cessate il fuoco non ufficiale”. Dal 7 novembre non si registrano scontri tra i due eserciti, il periodo più lungo di pace negativa dall’inizio del conflitto. In queste settimane di tregua si sono verificati diversi episodi che spiegano il mantenimento di questa condizione di “pace”.

Il 12 novembre, il Tatmadaw ha accettato la proposta dell’AA di organizzare le elezioni all’interno delle aree del Rakhine che furono escluse durante le elezioni generali del 8 novembre.

Il 25 novembre, è stato organizzato un incontro online tra le due parti per discutere delle elezioni, del trasporto dei beni di prima necessità nelle zone più in difficoltà della regione e della volontà di definire un incontro di persona.

Il 9 dicembre, i rappresentanti del Tatmadaw e dell’AA si sono incontrati nella città di Pangkham, il quartier generale del United Wa State Army (UWSA), nella divisione auto-amministrata degli Wa, per proseguire il dialogo per la pace.

Il 15 dicembre, giorno della celebrazione del 46° anniversario della giornata nazionale dello Stato del Rakhine, il Presidente U Win Myint ha ribadito la volontà di fissare le elezioni nel Rakhine il prima possibile.

Risulta essenziale sottolineare che per il raggiungimento di un risultato positivo dei negoziati sarà necessario il superamento di diverse problematiche, tra cui: la rimozione dell’AA dalla lista delle organizzazioni terroristiche nazionali e il cambiamento della posizione del Tatmadaw nel dialogo per la pace con l’AA. L’ultimo elemento citato fa riferimento al fatto che nell’arco del 2019 sono avvenuti diversi incontri tra i militari e l’Arakan Army per il raggiungimento di un cessate al fuoco bilaterale. Tuttavia, i negoziati fallirono anche a causa della rigida posizione del Tatmadaw che pretendeva l’abbandono dell’AA dal Rakhine e il ritorno del gruppo armato al suo quartier generale, nello Stato Kachin, come precondizione per un accordo di cessate il fuoco. Infine, una terza problematica sarebbe dovuta essere il rilascio dei tre candidati dell’NLD, sequestrati dall’AA nella città di Taunggup, nel Rakhine, il 14 ottobre del 2020, ma ciò è avvento il primo gennaio del 2021. Senza dubbio un ulteriore segnale incoraggiante.

 

Conclusione
Al momento è plausibile credere che la condizione di “non conflitto” verrà mantenuta nell’immediato futuro e, senza avanzare superflue previsioni sul raggiungimento o meno di un effettivo accordo formale di cessate il fuoco, questo rappresenta un elemento estremamente positivo. Il momento di “pace” in Rakhine, impossibile da prevedere anche solamente due mesi fa, ci porta a dover riflettere sulla relazione tra la complessità dei problemi, e delle loro soluzioni, e la realtà, sempre più imprevedibile e soggetta a molteplici stimoli. Senza dimenticarsi delle concrete difficoltà ancora presenti nel Rakhine, i recenti sviluppi fanno indubbiamente prendere un respiro politico al governo e soprattutto rappresentano una tregua per la popolazione locale, sempre più al centro delle violenze.

 

Questo testo, tranne la sezione Prospettive di pace, rappresenta un breve estratto della tesi del medesimo autore, intitolata: Il conflitto civile in Myanmar: un’analisi degli attori e delle prospettive di pace, che è pubblicata a puntate sul nostro sito.

 

 

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