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La Democrazia il filo che unisce e… che costruisce!

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La Democrazia il filo che unisce e… che costruisce! Phyu Phyu Thin a Parma sulle orme di Aung San Suu Kyi

Ci sono, nelle tragiche e molteplici anfrattuosità della storia dell’uomo, grandi personaggi che hanno tracciato per sempre un segno nella storia lasciando in eredit à all’intera famiglia umana un più di vera umanità, un più di dignità, di saggezza, di giustizia, di libertà, di amore per la vita, di compassione: insomma un mondo migliore per continuare a sperare nel futuro!

Sono uomini e donne senza i quali il nostro presente sarebbe più povero e meno degno di essere vissuto; uomini e donne chiamati “i visionari” dell’umanit à perchè hanno osato guardare oltre la linea grigia di quell’orizzonte inerte di una storia ripetitiva, perchè rivolta solo a se stessi, per scoprire che esiste un altro modo di intendere la storia, il mondo, la vita, la convivenza. Bastano pochi nomi per riscaldarci il cuore e per tornare a fidarsi del futuro: Gandhi, Mandela, Rigoberta Menchu, Don Romero, Francesco e Chiara, Michelangelo, Eistein, MadreTeresa. Dopo di loro si può dire che molte cose, almeno per una parte dell’umanità, non sono state più quelle di prima.
Anche in questo nostro tempo di continenti al tramonto, di paesi in pieno risveglio come quelli del mediterraneo, di culture nascenti e di popoli ancora tra il sonno e la veglia, c’è tra noi una visionaria, Aung San Suu Kyi, la Lady, l’orchidea di ferro della Birmania, premio Nobel per la pace.
I contemporanei di ogni epoca storica faticano a riconoscere i loro profeti!
Aung San Suu Kyi è di casa a Parma ove, con Giuseppe Malpeli e la Senatrice Albertina Soliani, ha preso vita l’Associazione di Amicizia tra Italia e Birmania. La “Democrazia, il filo che unisce” questi due mondi, ha dato inizio ad un’amicizia che ha una caratteristica non scontata per noi occidentali conquistatori ed esportatori dei nostri modelli di vita.
Una amicizia fra due popoli che, compenetrandosi nella reciproca conoscenza, camminano insieme nel solco di quel sentimento di solidariet à e di destino comune, perchè appartenenti alla stessa origine biologica prima ancora che questa diventi appartenenza di razza, di religione, di nazione, di cultura. Insieme non perchè c’è uno che predomina e conduce l’altro ma, insieme, perchè la democrazia, il filo che unisce, è di tutti e di ognuno nella misura in cui viene continuamente rifondata e ricreata traendo linfa dai Diritti Umani Universali.
Ecco che, sulle orme di Aung San Suu Kyi, è giunta a Parma in questi giorni, l’onorevole Phyu Phyu Thin, 42 anni attivista birmana a fianco dei malati di AIDS e parlamentare della Lega Nazionale per la Democrazia dal 2012. Detenuta nel 2000 e nel 2007 a causa del suo impegno per la liberazione di Aung San Suu Kyi dagli arresti domiciliari e per aver denunciato la piaga dell’AIDS in Birmania, è stata liberata nel 2007.
People in Need le ha assegnato, insieme ad altri prigionieri, il Premio “Homo Homini”!
La democrazia, dunque, un filo che unisce per costruire.
Phyu Phyu Thin, con un suo collaboratore, sono in Italia, per sviluppare progetti di collaborazione su uno dei diritti fondamentali dell’uomo: la salute, in Birmania l’assistenza sanitaria è ridotta ai minimi livelli.
Phyu Phyu Thin gestisce dal 2002 una clinica a Yangon che fornisce consulenza e cure a pazienti con HIV e AIDS, corsi di educazione per la prevenzione e la formazione di nuovi operatori.
“Educare una persona significa poter raggiungere tante altre persone!” ci ha detto con la calma determinata degli orientali.
Il gruppo di medici italiani dell’Associazione Italia-Birmania (in molti sono del CUCI di Parma) si sono confrontati con Phyu Phyu Thin in un terreno di ascolto, di conoscenza, di ricerca di proposte con soluzioni semplici e altre da ripensare insieme, cercando di acquisire il suo sguardo sull’uomo e sul mondo.
Un percorso faticoso perchè, per capire e condividere, occorre uscire dal bozzolo collaudato e perfettamente costruito dei nostri modelli di scienza e di salute.
Al termine della giornata forse molti di noi avranno confessato nelle proprie stanze segrete che, se è vero che la Birmania chiede di non essere lasciata sola in questo lungo e difficile processo di libertà, anche noi abbiamo un estremo bisogno di loro per recuperare quel senso umano e di compassione che in una professionalità, come quella medica, considerata onnipotente, troppo tecnologizzata e dominata dai parametri dell’efficienza e della soddisfazione del cliente spesso è perso di vista. Una medicina frammentata in settori che, in ogni uomo, non riesce più a vedere tutto l’uomo.
Benvenuta Phyu Phyu Thin.

Gianna Pastore, Associazione Amicizia Italia-Birmania

 

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