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La scelta di Aung San Suu Kyi

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Aung San Suu Kyi compie settant’anni. Una vita spesa per il suo popolo, il popolo della Birmania. Era nel suo destino, come figlia di Aung San, il Padre della Patria, ma questa vita l’ha scelta quando la storia l’ha chiamata nella sua patria, dopo gli anni della sua vita familiare ad Oxford. L’ha scelta per prendersi cura del suo popolo. L’ha scelta a caro prezzo, sacrificando tutto. Oggi è la donna politica più importante dell’Asia, l’avamposto della democrazia in un’area che punta a guidare la crescita del mondo.

Cinque anni fa era ancora agli arresti domiciliari, da più di quindici anni. Testimone della libertà e dei diritti umani nella lunga resistenza alla dittatura militare, oggi è la leader della Lega Nazionale per la Democrazia e del movimento democratico nel suo Paese, nel pieno della lotta politica per aprire al Myanmar la via della democrazia.

Aung San Suu Kyi è oggi protagonista della vita politica del suo Paese perché così ha scelto sin dall’inizio. Il Premio Nobel per la Pace, assegnato a lei nel 1991, aveva questo significato. Lei lo sta incarnando pienamente: è determinata nel promuovere il cambiamento politico, coinvolge il suo popolo, vive nel Parlamento le contraddizioni di una difficile quanto irreversibile transizione democratica, si confronta con il governo di Thein Sein e i militari, ha aperto con loro la strada del passaggio alla democrazia e dell’apertura al mondo dopo più di cinquant’anni di dittatura.

Aung San Suu Kyi non è, non vuole essere un’icona. E’ una politica responsabile del cambiamento possibile nella storia. Oggi rappresenta il futuro democratico della Birmania. Lo ha riconosciuto la Cina, che nei giorni scorsi l’ha ospitata in visita ufficiale. Una svolta storica, un investimento sulla sua leadership. A novembre vi saranno le elezioni politiche in Myanmar, si prevede che Aung San Suu Kyi le vincerà e che guiderà la nuova fase, nonostante la Costituzione del suo Paese ancora impedisca di eleggerla Presidente.

La sua vita è una testimonianza autentica del travaglio del cammino dell’umanità verso orizzonti più certi di libertà e di pace. La sua forza politica nasce dal voler cercare il dialogo e la riconciliazione dove vi è il conflitto. Dove domina la paura sostiene la libertà dalla paura, alla violenza del potere risponde con la non violenza. Una forza interiore che fa della sua politica una rivoluzione dello spirito.

Questa è la Signora Aung San Suu Kyi che noi conosciamo, che abbiamo incontrato in Birmania e in Italia, che sosteniamo nel momento cruciale del suo impegno politico, a cui siamo accanto come donne impegnate nella politica e nelle istituzioni. Vent’anni fa la Conferenza Mondiale delle donne a Pechino la vedeva agli arresti. Oggi Pechino l’ha accolta come un Capo di Stato. Tutto cambia, se lo si vuole.

Aung San Suu Kyi rappresenta la forza delle donne dando forza alle donne del mondo intero. E sulle donne ha puntato nel suo videomessaggio per l’Expo 2015.

Auguri, Aung San Suu Kyi, per la tua vita e per il tuo popolo, in questo anno di svolta. Per la democrazia costruita anche dal coraggio delle donne.

 

Valeria Fedeli, Vicepresidente del Senato della Repubblica

Sandra Zampa, Presidente dell’Associazione Parlamentare “Amici della Birmania”

Albertina Soliani, già Presidente della stessa Associazione

(Nelle foto: Aung San Suu Kyi al taglio delle torte il giorno del suo 70° compleanno e mentre interviene al congresso della LND che si tiene in questi giorni a Rangoon)

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